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Didiario, la formazione passa dalla lettura

La scuola secondaria di 1° grado “Gallo” ha aperto le porte alla quinta edizione della rassegna letteraria “Didiario”.

Il programma-attività di quest’anno ha impegnato le classi coinvolte nel progetto in una serie di incontri, competizioni tra scuole, caffè letterari e tavole rotonde aventi come minimo comune denominatore proprio la letteratura. Mercoledì 1 giugno presso il Chiostro di "San Domenico", a conclusione della kermesse, sono intervenuti tutti i responsabili del progetto, le insegnanti, una buona rappresentanza di alunni e di “addetti ai lavori”, ciascuno riportando la propria esperienza e ribadendo il proprio personale sostegno all’iniziativa.

In apertura Giuseppe Basile, direttore della biblioteca comunale, ha riportato i risultati di un sondaggio condotto su base nazionale che vede l’Italia al secondo posto per numero di non lettori. Un triste primato dinanzi al quale si può e si deve fare qualcosa. Ma cosa? Davvero la scuola può, da sola, accollarsi anche l'onere di stimolare i ragazzi a leggere? "Didiario" è solo uno dei numerosi progetti portati in campo dalla scuola italiana per far fronte a quella che può, a giust’avviso, considerarsi  “un’emergenza culturale”.

“Un libro apre la mente sul mondo. Non bisogna solamente teorizzare l’importanza della lettura. Ma fornire ai ragazzi degli esempi concreti” - spiega Giusi Quarenghi, scrittrice bergamasca, vincitrice del Premio Andersen e ospite di prestigio della manifestazione - “A partire proprio dalle fiabe che insegnano a non abbattersi mai, anche quando tutto sembra perduto”.

I mondi tratteggiati dalla voce della Quarenghi sono un catalogo di destini incrociati nelle pagine di un libro qualunque. “La sventura diventa una storia e la storia forma l’anima. Un libro concluso, non è un libro finito ma un libro incontrato” ha concluso la Quarenghi, dando prova di un’abilità oratoria intrigante e sempre coinvolgente.

Un’esperienza di vita diversa ma accomunata dall’innata passione per il mondo letterario e per l’oggetto libro nella sua concretezza è stata fornita dalle editor Alessandra Minervini e Cinzia Ponticelli. Interrogate dal pubblico sul futuro del settore, le editrici non hanno avuto alcun dubbio: “in Italia ci sono più case editrici che scrittori. La percentuale dei lettori è piuttosto bassa. I finanziamenti di conseguenza, rasentano le casse. I più ritengono investire sul mondo letterario una perdita di tempo; escludendo gli effetti futuri della scelta” .

Sulla questione finanziamenti si è pronunciata la senatrice Angela D’Onghia, munita della maglietta ufficiale della kermesse: “da diversi anni stiamo sperimentando nuove strategie di sviluppo a sostegno dell’industria editoriale. Vogliamo inserirci nell’ottica di un processo di crescita graduale, che vede la scuola ma soprattutto la famiglia, in prima linea nel recupero del ruolo sociale della lettura. Il Paese non deve dimenticare la forza passata e il contributo non indifferente dell’editoria”.

La docente Vanna D’Onghia, tra le prime sostenitrici del progetto, ha ringraziato le docenti promotrici Ventrella e Laruccia e ricordato la necessità di stimolare e incuriosire i ragazzi: “dei lettori innamorati della lettura saranno menti pensanti”.

Durante la serata sono intervenuti anche il sindaco Domenico Nisi, l’assessore alle Politiche Sociali Lorita Tinelli e Marta Dongiovanni, rappresentante dei genitori dell’istituto.

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